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Il trauma piu' profondo della mia vita

Cari lettori e lettrici, non vi ho abbandonato. Avrete notato come vi ho lasciato tra il Nepal e la Polonia, andando nel mio paese di origine in Italia, e poi sono sparita per un po'. Come ho menzionato, gran parte del motivo di questo viaggio e' stata la mia crescita emotiva, e sono tornata in Italia anche per affrontare delle ombre che mi sentivo pronta ad affrontare. Questo processo va un po' a cipolla. All'inizio, dopo aver imparato le tecniche di meditazione, si iniziano ad affrontare i traumi meno pesanti, con minori riperscussioni. Poi man mano si va a fondo per guarire traumi piu' profondi, che hanno mallenato la nostra vita. Ecco, io ero arrivata alla radice. Ma cio' che ho trovato era talmente forte ed inaspettato, che ho esitato a condividerlo per un po', volendo prima guarirlo del tutto. E mi ci e' voluto un po' di tempo. Ci tengo a precisare che condividere queste parti vulnerabili di me con voi sono un atto di coraggio che ho scelto di prendere tempo fa, quando mi sono resa conto che il silenzio protegge gli aggressori, non ci permette di evolverci, e non ci da la verita' per liberarci. Ma questo non significa che il mio scopo sia puntare il dito contro qualcuno o dare biasimi e colpe. Il mio unico scopo e' rivelare la verita'. Tutto ha iniziato dopo la visita a mia madre, mentre andavo nella mia zona di origine. Mia madre mi ha permesso di trovare alcune cose da affrontare, che ho affrontato, ed era venuto il momento di affrontare mio padre. Ma qualcosa non me lo permetteva. Sentivo un muro che mi bloccava dal muovermi in avanti. Ho deciso quindi di prendere una pausa e riposarmi dai vari spostamenti. Ma come sapete, l'espansione non conosce pause. Sono iniziati quindi a scaturirsi degli eventi che mi hanno provocato emozioni interessanti. Da una parte, ho iniziato a sentire una speranza nei confronti di mio padre, come se, nonostante tutte le dimostrazioni di assenza di empatia nei miei confronti, volevo ancora credere in qualcosa. Dall'altra ad un certo punto mi sono sentita trattata come un oggetto da una persona a cui volevo bene, il che risuonava profondamente nel mio essere con una frequenza del tutto famigliare, una frequenza che proveniva appunto dal passato con mio padre. Ho deciso di meditare su queste sensazioni. Ho iniziato facendo il lavoro sulle ombre sulla seconda sensazione (per chi non fosse famigliare con questi termini, o in generale con tecniche di meditazione e di integrazione dei traumi, consiglio la lettura di autori come Peter Gerlach, Eckhard Tolle, Teal Swan, per avere dettagli - spiegare questo complesso e delicato processo qui sarebbe ben oltre lo scopo di questo articolo). Mentre sprofondavo nella seconda sensazione, ho sentito una connessione con la prima, sentivo un collegamento tra di esse. Ho iniziato quindi a chiamare a me la mia bambina interiore che sente tale speranza. All'inizio non mi si presentava nulla, il che mi ha lasciato preplessa, ma non ho desistito. Dopo un po', pian piano, e' iniziata a sbucare una bambina molto timida, il che mi ha ricordato che durante la mia infanzia una parte di me era esteremamente timida. Ho continuato a chiamarla amorevolmente utilizzando la mia parte materna, assicurandola che non volevo farle che del bene. E cosi', internamente e sensazionalmente si e' presentata a me. Cio' che mi e' apparso era degno di un film dell'orrore. Visualmente percepivo tale bambina come un esserino molto timido e sorridente, che veniva verso di me con un foro enorme nella pancia, che le traforava quasi completamente l'addome, permettendo di vedere dall'altra parte. La cosa piu' agghiacciante, e' che ella sembrava completamente ignara del suo stato, o fingeva di non accorgersene. Non potevo trattenere le lacrime dato lo spettacolo raccapricciante, ma ho continuato a chiamarla amorevolmente a me, chiedendole cosa le fosse successo, e come mai si trovasse in quello stato. E finalmente sono riuscita a connettermi a lei. Ho sentito il suo dolore, e devo dirvi, e' stata una delle esperienze piu' dolorose della mia vita. Oltre a sentire in maniera estremamente intensa la seconda sensazione menzionata prima, sentivo un atroce dolore nel basso addome, cosi' forte che il mio corpo era diventato completamente contratto, in ogni suo muscolo, e facevo fatica a respirare. Nonostante l'intensita' dell'esperienza non ho desistito, ed ho continuato ad andare a fondo nel mio subconscio, per cercare l'origine di tale esperienza. Ho continuato a rivolgermi amorevolmente alla mia bambina interiore, chiedendole cosa fosse successo. Dopo un po' sono iniziati ad arrivare dei flash visivi e sensazionali, tutti frammentati. Ho sentito la presa ferrea di mio padre sulle mie braccia. Mi teneva talmente forte che sentivo i lividi formarsi sulle braccia. Poi ho visto il suo volto riappiaciuto e al contempo disgustato sopra di me. E nel frattempo sentivo che mi creava quel dolore lancinante alla pancia. Urlavo e mi dimenavo ma inutilmente, non potevo fare nulla per fermarlo, era troppo forte. Mi sono abbandonata nel dolore, rivivendo a fondo l'esperienza, finche' la mia bambina interiore non aveva processato tutto il dolore. A quel punto ho sentito una forte sofferenza nel mio utero, come se fosse stato violato e danneggiato. In quel momento ho capito istantaneamente che la mia malattia che ho avuto piu' avanti con il mio sistema riproduttivo, era stata creata in quell'esperienza. Sono rimasta con tale dolore finche' non si e' dissipato. Ed ho integrato la sensazione menzionata sopra. A quel punto ho chiesto alla mia bambina interiore cosa volesse che io facessi, e la sua risposta e' stata, parlare. Cosi' ho deciso di parlare di tale esperienza ad alcune persone, ma la cosa si e' rivelata estremamente piu' difficile del previsto. Mentre tentavo di spingermi in tale direzione mi sono ritrovata di fronte ad uno spesso muro di vergogna, sensi di colpa e di negazione dell'accaduto. Man mano che ho fatto lavoro sulle ombre su questi, dissipandoli, mi sono resa conto che anch'essi erano stati instaurati da mio padre attraverso minacce, insulti e punizioni. Finalmente mi sentivo libera di parlare. Ma la parte peggiore, doveva ancora venire. A quel punto i tempi stringevano e dovevo tornare in Taiwan, in quanto i miei impegni che mi aspettavano erano diventati urgenti. Ho preso il volo e sono quindi tornata a casa. Sentivo pero' che ancora non avevo finito di risolvere il mio trauma, ed ho avvisato il mio amico riguardo la cosa. Ma anziche' fungere da aiuto nel modo in cui mi aspettavo, egli ha innescato qualcosa dentro di me relativo a tale trauma di cui ancora non ero coscente: una rabbia, anzi furia vulcanica. Non era la prima volta che sentivo tale rabbia, e gia' in passato mi era stata innescata da un'altra persona, e non avevo mai capito da dove venisse. Veniva innescata quando mi mostravo del tutto vulnerabile ad una persona fidata che rispondeva con freddezza e mancanza di empatia verso il mio dolore. All'inizio ho lasciato sfogare la mia rabbia, sentendola troppo forte per riuscire a gestirla. Ma ad un certo punto ho trovato il coraggio di andare sotto di essa, e trovare l'emozione che tale rabbia copriva. Ho trovato di nuovo la mia bambina interiore, guarita dal trauma fisico me nonostante cio' ancora rannicchiata in un angolo, sentendo tutto il mondo contro di lei, e sentendosi profondamente violata da tutta la sua famiglia. Mi sono connessa a lei, sentendola, e cercando di capire da dove arrivava il suo male. Mi sono resa conto che quando ero piccola, quando esprimevo il mio profondo sconforto e malessere dovuto ad il trauma, venivo punita, picchiata, colpevolizzata, da tutta la famiglia, definita una bambina "difficile" - il che mi faceva sentire che c'era qualcosa di profondamente sbagliato in me - e obbligata a dare reverenze a mio padre. Questo abuso si e' protratto per anni, ed era come se tentassi di vomitare il veleno che avevo dentro e fossi costretta da tutti a rimangiarlo. E' stata una tortura sistematica alla quale ad un certo punto mi sono arresa, reprimendo completamente il mio trauma nel subconscio, e svolgendo il ruolo di 'brava bambina' con ottimi voti, anche se dentro sentivo comunque qualcosa di marcio, finche' non sono potuta andarmene di casa ad eta' matura. Questa era la parte peggiore, e sopra di essa avevo costruito una collera furiosa con la quale aggredivo chiunque mi trattasse in un modo analogo a quei tempi. Mi sono sprofondata in tale trauma ed ho permesso alla mia bambina interiore di farmi sentire ogni parte dell'abuso, finche' non avesse processato il dolore. Dopodiche', non sapendo cosa fare per aiutarla le ho detto di usare il mio corpo come volesse, di chiedermi qualunque cosa avesse bisogno. E cosi' ho iniziato a vomitare. Per un giorno intero, ogni paio d'ore, mi faceva vomitare piu' volte. Tutto quel veleno che ha dovuto mangiare per tanti anni. Non smettevo piu', la notte vomitavo saliva, ma mi svegliava comunque per farmi vomitare. Finche' ad un certo punto ho sentito che era guarita. Si sentiva di nuovo se stessa, l'ho sentita alzarsi e andare avanti. A quel punto sono crollata in un sonno profondo, che e' durato due giorni interi con poche soste. Durante quel sonno ho sognato tutti i momenti della mia infanzia positivi che erano rimasti soppressi sotto a quelli negativi. Mio padre era sparito dai miei ricordi.

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